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Mainarde, montagne vestite di bellezza!
Le forze della natura qui hanno fatto in modo da disporre alture, picchi, guglie e valli così che la luce potesse giocarci insieme e disegnare un paesaggio di una tale armonia e proporzione da affascinare chiunque lo percorra. E quel che sento sussurrare a chi cammina con me lungo la cresta è un continuo "che bello!"
Ieri la luce ci ha stupito ancor di più formando sulla nostra testa una nube arcobaleno: una nube grande e piatta, ovale e bianchissima, che ha velocemente iniziato a colorarsi ai bordi con tutta la gamme dell'iride, una cosa che non avevo mai visto, pur sapendo che esiste, e mai pensavo di poter vedere, e invece!
La traversata delle Mainarde è un'escursione lunga e potrei dire ricca: dai Prati di Mezzo, risalendo il Vallone della Meta, vecchi faggi secolari, sopravvissuti ai molti fulmini che lì in particolare scaricano durante i violenti temporali estivi, si stagliano in controluce formando contorni spettrali, man mano che si sale, il paesaggio si fa via via sempre più ampio, bianchissimo per la quantità di grosse pietre di cui è disseminato.
Dal Passo dei Monaci, lasciandoci alle spalle La Meta che dominava il vallone e la vista, abbiamo iniziato il cammino di cresta toccando le quattro cime della catena: La Metuccia, il Monte a Mare, dove abbiamo ammirato i camosci su un pendio laterale scosceso, la Costa dell'Altare e il Cappello del Prete.
Un saliscendi fatto con la bellezza negli occhi e la leggerezza nel cuore.
Dal Passo della Tagliola siamo scesi nella Valle Venafrana, verdissima e suggestiva con le pareti rocciose del Monte Cavallo, e dal successivo Passo della Crocetta abbiamo raggiunto la sorgente di Fonte Fredda, dove la poca acqua che usciva ci ha pur sempre rinfrancato.
Con la luce del sole calante a ovest di fronte a noi, abbiamo chiuso l'anello scendendo lungo la valle fiabesca tra le guglie del Predicopeglia e la Costa della Cicogna fino a tornare ai Prati di Mezzo.
In tutto il cammino non abbiamo incontrato nessuno, c'era solo il suono del vento, il profumo dell'alta montagna, il colore del sole e l'intesa che si crea tra chi cammina insieme sulle montagne e sa di condividere tutto questo.